Oggi lasciamo le pianure pannoniche per fare un giro nell’ est della Serbia dove il Danubio definisce il confine tra Serbia e Romania a pochi passi dalle famose Porte di ferro.
E’ un bell’itinerario per una scampagnata di 3-4 giorni dal nord della Serbia seguendo il corso del Danubio e visitando altre interessanti località che non siano le popolari Novi Sad e Belgrado.
Scendendo verso sud in autostrada e seguendo il Danubio lasciamo Belgrado alle nostre spalle verso la nostra prima tappa che è la città di Smederevo.
Il primo contatto con il nome di questa città lo ebbi quando venni a conoscenza del famoso (almeno da queste parti) del fornello Smederevac, chiamato così perchè il suo inventore è originario di Smederevo.
Questo cucina dal design specifico è caratterizzato dal classico alloggio da forno tradizionale e alcune piastre localizzate sulla parte superiore il tutto alimentato a legna.
La legna viene bruciata in un alloggiamento inferiore e la legna in eccesso viene conservata in appositi sportelli laterali.
Cucine a parte, ci sono anche altri motivi per cui la città di Smederevo è nota, in particolare la presenza della fortezza di Smederevo innalzata all’inizio del ‘400 dove il Danubio incontra il fiume Jezava. Il Jezava era anticamente un effluente del Grande Morava che andava a riversarsi nel Danubio, il suo tratto superiore è stato però interrotto da una diga a seguito di una serie di straripamenti alla fine dell’800.
La fortezza segue la tipica struttura delle fortezze serbe di quel periodo e la parte interna è costituita da diversi livelli di mura contenuti uno all’interno dell’altro fino al livello più alto ed interno della città piccola.
Bisogna fare un piccolo sforzo di immaginazione, visto che è stata quasi rasa al suolo durante il secondo conflitto mondiale.
Verso la fine del ‘400 è stata protagonista di un intenso tira e molla tra la popolazione serba e l’impero ottomano in espansione.
Prima cadde, nel 1439, sotto l’assedio del sultano Murad II che ha passato 25 anni dei sui 45 anni di vita praticamente sempre in guerra. Murad tenne la fortezza sotto assedio per 3 mesi riducendo gli abitanti alla fame e quindi alla resa.
L’allora reggente di Smederevo, venuto a conoscenza dei piani di Murad, pensò bene di svignarsela prima del suo arrivo ed andò in Ungheria a chiedere aiuto, per poi tornare e riprendersi i suoi territori 5 anni dopo.
Negli anni a seguire gli ottomani tentarono ripetutamente, ma senza successo, a riappropriarsi della fortezza, fino al 1459 quando la città cadde definitivamente così come tutto il despotato di Serbia che passò da essere uno stato vassallo ad essere parte integrante dell’impero ottomano.
Altro luogo storico di interesse è la piazza dove si erge l’albero Karađorđev dud dove nel 1805, in seguito alla prima rivoluzione serba contro l’impero ottomano, Karađorđe riceve le chiavi della città dal governatore ottomano in segno di resa.
Dopo una pausa per gustare un po’ di specialità locali continuiamo a seguire il corso del Danubio fino ad arrivare a Viminacium importante città militare dell’impero romano fondata durante l’impero di Claudio intorno all’anno 50. Il suo ruolo principale fu quello di quartier generale per le campagne contro i Daci. Il luogo acquista sempre più importanza negli anni all’interno dell’impero, sino a ricevere il diritto di battere monete di bronzo. Venne distrutta completamente dagli Avari nel 584.
Qui potete anche soddisfare le vostre curiosità paleontologiche visto che nel 2009 è stato anche scoperto uno scheletro di mammut risalente a circa un milione di anni fa.
Continuiamo il nostro viaggio verso est percorrendo strade secondarie, oramai l’autostrada è un ricordo lontano, e ci dirigiamo verso la città di Golubac.
La costa del Danubio di fronte alla città di Golubac è territorio Rumeno anche se e è difficile scorgene i dettagli dato che proprio in questo punto il corso del Danubio si estende alla sua massima larghezza arrivando fino a 6 chilometri.
Questa località è ideale per gli amanti del trekking e delle attività fluviali.
Di qui si possono raggiungera le famose porte di Ferro (Djerdapska klisura in serbo dal nome dell’area).
4 chilometri a sud della città di Golubac si trova l’imponente fortezza di Golubac, recentemente restaurata ed una delle fortezza più belle che abbia visto. La fortezza è dodata di 10 torri ed è strategicamente localizzata sul Danubio dove gli argini si alzano a picco per andare a formare le gole che portano alle porte di Ferro. La sua posizione permetteva nel medioevo di controllore e tassare il traffico navale attraverso e lungo il fiume.
Continuando a seguire il corso del Danubio andiamo a tuffarci in un passato ancora più remoto presso il sito archeologico di Lepinski Vir, uno dei più famosi siti in Europa che conserva reperti risalenti al Mesolitico e inizio Neolitico, parliamo di circa il 7,000 a.c.
Il link seguente mostra un po’ più nel dettaglio cosa aspettarsi al sito di Lepinski Vir e le splendide bellezze naturali che lo circondano. Purtroppo la narrazione è in serbo.
Pochi chilometri più a sud ci imbarchiamo con uno degli innumerevoli tour organizzati che partono alla volta della Tabula Traiana e della diga di Djerdap costruita nei pressi delle porte di Ferro. La diga fu realizzata nella seconda metà del ‘900 come parte del progetto della centrale idroelettrica di Djerdap, che hai tempi della sua costruzione era la decima centrale idroelettrica più grande al mondo.
Contemplando le scogliere a picco lungo le porte di Ferro giungiamo al luogo dove risiede la Tabula Traiana, che commemora il punto dove i romani, dopo aver costruito una strada che si inerpicava fino a quel punto, guidati da Traiano, nel 103, nel giro di due anni crearono un ponte lungo più di un chilometro con il solo scopo di attaccare i Daci.
Attraversare le gole all’interno della nostra piccola imbarcazione è una esperienza emozionante e travolgente, amplificata dal volto di Decebalo, re dei Daci, alto 55 metri e scolpito nella roccia che ci guarda dall’alto della gola. Nonostante l’apparenza antica, il faccione fu costruito sul lato rumeno della gola negli anni novanta.
Alla fine del nostro viaggio arriviamo alla centrale idroelettrica di Djerdap per cui viene costruita nel 1972 l’omonima diga.
La costruzione venne realizzata in collaborazione tra la Serbia e la Romania e numerose porzioni del territorio circostante vennero allagate portando all’evacuazione e il trasferimento di interi villaggi con tutta la relativa popolazione come il villaggio rumeno di Orșova.
Anche la vecchia strada romana che portava al ponte di Traiano venne sommersa e la relativa Tabula Traiana venne sollevata di 50 metri per adeguarsi al nuovo livello del fiume.
Una delle perdite più significative fu quella della minuscola isola di Ada Kaleh.
L’isola ospitava un enclave turca ed era costituita da una moschea e un labirinto di vicoli tortuosi. Con l’innalzamento del livello del fiume l’isola venne sommersa e i suoi abitanti emigrarono in Turchia e in alcune regioni della Romania a maggioranza turca.
Arrivato nei pressi della diga il nostro battello ritorna sui suoi passi e noi possiamo tornare a casa dopo un ultimo saluto al vecchio Decebalo.