
Nella puntata di oggi continuiamo ad esplorare la Bosnia, spostandoci da Trebinje, nel territorio denominato “Republika Srpska”, verso la città di Mostar.
Da Trebinje a Mostar: il Gran Burrone della Terra di Mezzo
Dopo una breve tappa lungo la strada al bellissimo monastero di Tvrdoš, risalente al XV secolo, proseguimmo lungo una sorta di strada statale verso il monastero di Zavala, recandoci verso la città di Mostar.


Pochi chilometri dopo il villaggio di Tulje, la nostra comitiva si trovò di fronte ad un bivio a dir poco fuorviante, alle pendici della collina su cui si erge un poco noto monastero dedicato a San Basilio: un cartello stradale ci indicava di svoltare a sinistra, mentre Google insisteva sullo svoltare a destra.
Mentre ci dilungavamo discutendo sulla strada da prendere, al lato della strada notai una anziana signora che lì, in mezzo al nulla, vendeva succhi di frutta per i visitatori del monastero di San Basilio. Decisi di andare a chiedere consiglio, lasciando il resto della famiglia in macchina. La conversazione andò più o meno così.
Io: Buongiorno signora. Come sta? Potrei chiederle un’indicazione?
Signora: Buongiorno! Prego, si sieda qui all’ombra, prenda un succo.
Io: Grazie, non si disturbi. Vorremmo visitare il monastero di Zavala. Il cartello ci dice di girare a sinistra e Google ci indica di girare a destra. Per caso ci può indicare la strada?
Signora: Perché non volete visitare il monastero di San Basilio? È molto bello. Si sieda, prenda un succo, non glielo faccio pagare.
Io: Signora, veramente il monastero di San Basilio non era nei nostri piani, vorremmo andare a Zavala e non posso fermarmi per un succo, la mia famiglia mi aspetta in macchina?
Signora: Perché non hanno l’aria condizionata?
Io: Signora, grazie mille, ma non posso. Ci può indicare al strada per Zavala?
Signora: Segui il cartello, la porterà a Zavala attraversando paesaggi bellissimi.
Io: Grazie!
Le ultime parole famose…
Dopo qualche centinaio di metri, la strada iniziò lentamente a restringersi fino a che, passato un ruscello, mi ritrovai a guidare lungo una mulattiera poco più larga della mia auto, pur continuando ad avere il sentore di guidare su una strada a doppio senso.

Il viaggio continuò tranquillo per qualche tempo, finché la mulattiera iniziò ad inerpicarsi lungo il fianco di una montagna. Dopo alcuni minuti, mi accorsi a pochi centimetri a sinistra della mia auto si ergeva un’imponente parete rocciosa, mentre alla mia destra, a pochi centimetri, si trovava una scarpata a strapiombo.
Intanto il resto della comitiva si godeva il bellissimo paesaggio, che, come aveva detto la signora, era letteralmente mozzafiato.
Il viaggio continuò lentamente per qualche tempo, finché un camion decise di giungere verso di noi nella direzione opposta.
Il guidatore, in quanto abitante locale, non sembrava per niente intenzionato a procedere in retromarcia, quindi la retro toccò a me. Sudando, riuscii a retrocedere fino a raggiungere una porzione più larga di strada in modo da poter permettere al guidatore locale di passare alla mia sinistra, sfiorando lo specchietto retrovisore.

Dopo diverso tempo, giungemmo al bellissimo monastero di Zavala risalente al XVI secolo. La prima domanda che ricevetti da una signora del posto fu: “Ma perché siete venuti da quella strada quando potevate usare la statale?” Mi rifiutai di rispondere.
Il monastero conserva le antiche tradizioni ed impone a uomini e donne di coprire spalle e gambe.

A pochi metri dal monastero c’è l’ingresso alle famose grotte di Špilja Vjetrenica nelle cui profondità, visitabili, circolano forti venti che conservano tutto l’anno una temperatura costante di circa 11 gradi. Nella grotta vivono diversi organismi e anfibi, tra cui il proteo (Čovečja ribica in serbo) che è un anfibio presente esclusivamente nelle grotte europee.

